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Medusa è l'unica mortale in una famiglia di dèi. Crescendo insieme alle sorelle, presto si rende conto che è la sola a essere vulnerabile, accudita e protetta proprio per la sua fragilità. Questo la rende sensibile e piena di un ardore che gli immortali faticano a comprendere. Quando però, nel tempio di Atena, il desiderio spinge Poseidone a commettere un atto imperdonabile, la vita di Medusa viene stravolta per sempre. La dea, furiosa e oltraggiata, dirige la sua vendetta sull'innocente ragazza, trasformandola in una gorgone con i capelli di serpente e uno sguardo che tramuta in pietra chiunque osi incrociarlo. Inorridita dal proprio riflesso, Medusa non può più guardare ciò che ama senza distruggerlo, e si condanna a una vita di sofferenza, solitudine ed esilio. Almeno fino a quando Perseo non si imbarca in una fatidica impresa per aggiudicarsi la sua testa... Unendo l'arguzia a un'approfondita conoscenza dei classici, Natalie Haynes ci racconta la vita di una donna che viene ingiustamente punita: nelle pagine di questo romanzo, Medusa diventa un'eroina tragica, per la prima volta protagonista della narrazione, e la sua storia si trasforma in una profonda riflessione sulla mortalità, il tradimento e l'egoismo degli uomini. Alternando la sua voce a quella di divinità capricciose e volubili, l'autrice rende finalmente giustizia a un personaggio tanto affascinante quanto controverso, restituendone un ritratto raffinato e sorprendente.
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Una splendida prospettiva inversa sul celebre mito di Medusa, fanciulla mortale cresciuta dalle gorgoni che viene maledetta da Atena perché sedotta nel suo tempio da Poseidone. Acquisendo il terribile potere di pietrificare le creature viventi con un solo sguardo, all’eroe Perseo spetta la missione di decapitarla, e per mezzo della sua testa sconfiggerà altri nemici. Perché il mito qui risulta innovativo e potente? Perché noi conosciamo Medusa come il mostro che minaccia gli uomini, ma non come la vittima che in realtà è, poiché dotata di un potere pericoloso contro la sua volontà, senza alcun fine di far del male. Dà inoltre un’altra idea di Perseo in quanto “eroe”: colui che viene acclamato in quanto benefattore, infatti, risulta in verità uno scaltro vigliacco, che si prende gioco di altre creature per un fine umanamente egoistico. Il tutto straordinariamente raccontato dagli stessi personaggi notoriamente screditati della mitologia greca che conosciamo, dunque opinioni loro e non dell’autrice, la quale rivisita il mito mantenendosi al tempo stesso fedelissima e scava nelle emozioni dei personaggi, soprattutto l’amore delle sorelle gorgoni.