La macchina del tempo

La macchina del tempo

H.G. Wells

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«Era orribile sentire nel buio tutte quelle creature viscide ammucchiate su di me, come essere in una mostruosa ragnatela.» "'La macchina del tempo' è del 1895, l'edizione definitiva dell'uomo delinquente di Lombroso è del 1897: a Darwin, rapidamente divulgato, era già subentrato il darwinismo, tanto che Wells, che pure aveva fatto un discreto tirocinio prima come studente e poi come docente di biologia, arriva a concepire la regressione per una via tutta formale: se dalla scimmia è derivato l'uomo, si chiede, perché non immaginare un'ulteriore evoluzione non in avanti ma all'indietro ? Perché escludere «l'idea opposta», cioè una «regressione zoologica»? Per questa via Wells giunse a ipotizzare la totale estinzione del genere umano, come inscenato appunto nella parte finale (la cosiddetta «visione ulteriore») della Macchina del Tempo. Dipendendo dal raffreddamento del sole, la visione finale - un mondo senza esseri umani né mammiferi - ha comunque una sua pace; la cupezza della profezia wellsiana è invece tutta nel complementare destino dei ricchi e dei poveri rispettivamente come vegetali e come bruti, secondo la logica di un dissidio tutto interno all'evoluzionismo: da una parte Huxley e Wells, dall'altra un evoluzionista della prim'ora come Herbert Spencer, convinto che l'uomo avrebbe indefinitamente migliorato se stesso." (Dalla prefazione di Michele Mari)

Publication Year: 1996


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  • mmarti
    Mar 13, 2025
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  • LibriECappuccini
    Mar 19, 2025
    Enjoyment: Quality: Characters: Plot:

    Come possa un libro così piccino spingere a così tante riflessioni rimarrà un mistero ancor più grande del viaggio nel tempo.

    In quest'opera Wells, attraverso il viaggio nel tempo, analizza la società del suo tempo e la disseziona arrivando al cuore della divisione di classe e, assegnando i due "schieramenti" alle due diverse razze dell'umanità del futuro, ne racconta il bello, il brutto, il pessimo e tutte le altre sfumature.

    "Il grande trionfo dell'umanità, che tanto avevo sognato, mi appariva ora completamente diverso" scrive e il lettore viene accompagnato in questa disillusione rispetto al mondo del futuro, tutte le aspettative deluse e tutti i sogni infranti.

    Alla fine resta un libro deprimente? Sì e no, non offre una visione positiva del futuro, ma così facendo spinge al miglioramento del presente. Almeno questo è quello che ha comunicato a me.

    "Conservo a mia consolazione due fiori bianchi, a testimoniare che anche quando l'intelligenza e la forza saranno scomparse, la gratitudine e il reciproco affetto vivranno ancora nel cuore dell'uomo".

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