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Rin ha passato a pieni voti il kējǔ, il difficile esame con cui in tutto l’Impero vengono selezionati i giovani più talentuosi che andranno a studiare all’Accademia. Ed è stata una sorpresa per tutti: per i censori, increduli che un’orfana di guerra della provincia di Jī potesse superarlo senza imbrogliare; per i genitori affidatari di Rin, che pensavano di poterla finalmente dare in sposa e finanziare così la loro impresa criminale; e per la stessa Rin, finalmente libera da una vita di schiavitù e disperazione. Il fatto che sia entrata alla Sinegard – la scuola militare più esclusiva del Nikan – è stato ancora più sorprendente. Ma le sorprese non sono sempre buone. Perché essere una contadina del Sud dalla pelle scura non è una cosa facile alla Sinegard. Presa subito di mira dai compagni, tutti provenienti dalle famiglie più in vista del Paese, Rin scopre di avere un dono letale: l’antica e semileggendaria arte sciamanica. Man mano che indaga le proprie facoltà, grazie a un insegnante apparentemente folle e all’uso dei papaveri da oppio, Rin si rende conto che le divinità credute defunte da tempo sono invece più vive che mai, e che imparare a dominare il suo potere può significare molto più che non sopravvivere a scuola: è forse l’unico modo per salvare la sua gente, minacciata dalla Federazione di Mugen, che la sta spingendo verso il baratro di una Terza guerra dei papaveri. Il prezzo da pagare, però, potrebbe essere davvero troppo alto.
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Non è sicuramente il classico fantasy YA.
Certe parti sono crude in maniera 'esagerata' e alcune spesso non hanno un perché ( vogliamo parlare della prima mestruazione della protagonista? ).
Capisco dipingere gli orrori della guerra, ed alcune parti sono molto accurate ( forse troppo, alcune parti sono disturbanti ) ma questo libro si perde un po' in certi punti.
L'inizio è sbrigativo: sta per sposarsi - vuole andare all'accademia - fa il test - passa - va
Questo succede in pochissimo tempo, ed i personaggi che si lascia indietro ( famiglia, maestro, fratello ) non esistono più. semmai vengono citati casualmente per farla sembrare un po' Cenerentola ogni tanto, ma il grande amore che provata per il fratello? scomparso. Chissenefrega insomma.
Stessa cosa succede all'accademia.
Jun esiste per renderle la vita difficile e così Nezha ma in realtà lui e la sua fidanzatina non sono altro che due cattivelli stereotipati, così belli da far pausa, ricchi e figli di quasi nobili, bravissimi, con la pelle di porcellata e bulli. Diciamo che non c'è molta originalità in questo.
I personaggi veramente originali si contano sulle dita della mano, forse si salvano solo i gemelli.
Chi fosse veramente Jiang era scontatissimo, tant'è che non è stato nemmeno un colpo di scena. Che l'imperatrice fosse cattiva, non solo era chiaro come il sole, ma dopo il pezzo con il veggente come era possibile non averlo capito??
Fatico un po’ a trovare le parole per descrivere la bellezza di questo libro. È una bellezza cruda e dolorosa, ma innegabile. Non è un libro perfetto, ma nel contesto di ciò che mi aspetto da un fantasy ci si avvicina.
ATTENZIONE ai trigger warnings. Nessuno mi aveva avvisata, ma io preferisco farlo: genocidio, abusi di ogni genere, tortura, violenza su umani e animali, dipendenza da sostanze. Sono sicura di averne dimenticati alcuni. Insomma, se siete facilmente impressionabili, non è il libro per voi.